E a voi
piace farlo?
L'incipit
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Una domanda, come antefatto
«Ma a voi, ragazze, piace farlo?”
chiese Roberta mettendo l'ennesima
palla rossa sull'albero.
“Fare cosa?” chiese a sua volta
Daniela. |
«Il sesso, no?” rispose Roberta guardandola
come se fosse una scema.
Per poco Sally non si strozzò.
“Che domanda, certo che mi piace,” rispose
Daniela con indubbio entusiasmo.
“A me piace un sacco,” commentò Patrizia.
“E a chi non piace?” intervenne Susanna. E
tutte e quattro le amiche si girarono come
se si fossero messe d'accordo verso Sally
che ancora stava tossendo, in attesa di una
sua risposta.
“Sally?” chiesero tutte quattro, pendendo
dalle sue labbra.
Ma che diavolo era venuto in mente a Roberta
di fare una tale domanda, per di più mentre
preparavano l'albero di Natale?
Riprese a tossire.
“Vuoi un po' di acqua?” le chiese Daniela,
mentre Susanna le batteva sulla schiena con
troppo vigore.
Sally fece segno di sì con la testa,
sperando di trovare nel frattempo una
risposta per quella insidiosa domanda. Le
piaceva fare sesso?
Sì? No? Ni?
Sapeva benissimo che le sue quattro amiche
di sempre non le avrebbero dato pace fino a
quando non avesse risposto in modo
credibile, ma in sintonia con le sue
fallimentari storie d'amore.
Nel frattempo l' albero di Natale era stato
dimenticato, e lei pensava al sesso e le sue
amiche pure.
Ingollò un po' di acqua, poi le guardò una
dopo l'altra, il sopracciglio sollevato
tipico della incredulità.
“Ma che diavolo di domande fate?”
“Dai, abbiamo risposto tutte,” la incitò
Roberta, la colpevole della indiscreta
domanda. “Manchi solo tu.”
“Scherzate, vero?”
“Noooo!” risposero in coro.
“Su, sapete come la penso.”
Le quattro amiche si scambiarono una
occhiata, poi la circondarono, togliendole
l'
allettante possibilità della fuga.
“Io non lo so, come la pensi. Quando si
parla di sesso tu di solito ti sei
dimenticata che dovevi andare da qualche
parte, o fare una telefonata, o tornare al
lavoro. Sparisci, insomma, e con notevole
abilità. Perché, sei forse ancora vergine?”
chiese Roberta.
“Santiddio, no!”
“Sei diventata gay?”
“Non ancora, ma potrei anche pensarci se
continuate a tormentarmi.”
“Allora?”
Sembrava proprio senza scampo.
“Dunque,” improvvisò. “Be', ecco, dipende”
si decise a rispondere, cercando senza
successo una via di fuga.
“Siamo tutte d'accordo che dipende.
Risposta diplomatica e inappuntabile, ma non
quella che speravamo di avere da te. Allora,
ti piace farlo?”
“Se vi dico che mi piace più il prima e il
dopo che il durante, riuscite a capire cosa
intendo?”
Le sue quattro amiche scossero la testa,
Daniela si fece anche vento con la mano: “La
situazione è più seria di quel che
temevamo,” proclamò.
“Voi temevate? Allora vi siete messe
d'accordo per torturarmi. Ah! Siete
diaboliche. E ora me ne vado, offesa” disse
Sally, alzando gli occhi al cielo, prendendo
giacca e borsa, e indirizzandosi a tutta
velocità verso l'uscita.
“È che noi speravamo di aiutarti...” spiegò
Daniela.
“A fare cosa? se non chiedo troppo...”
rispose Sally girandosi di scatto.
“Be', abbiamo tutte un uomo, e ci spiace
vederti sempre da sola” rispose imbarazzata
Roberta.
“O forse,vi dispiace ritenervi obbligate a
invitarmi quando uscite con i vostri
compagni? La solita rottura della single
tra i piedi? Se è così, non fatelo più, sarò
contenta anch'io. E con ciò, arrivederci!”
Uscendo, avrebbe voluto sbattere con fare
teatrale la porta, ma si trattenne perché si
trovò davanti l'altra inquilina del
pianerottolo.
“Signora...” disse, sperando che non
attaccasse il solito bottone e, per non
dover rischiare di dover aspettare
l'ascensore, imboccò le scale.
“Ma sono sei piani...” le urlò dietro la
vicina.
“Tutta salute, signora, tutta salute” le
rispose cercando di contenere la rabbia che
stava salendo più veloce di quanto lei non
stesse scendendo.
Ma a voi piace farlo? Aveva chiesto Daniela.
E ora lei se lo stava domando.
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